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Wonder - R. J. Palacio

Una parola può creare emozioni, una frase può cambiarti la giornata e un libro potrebbe stravolgere il mondo. Wonder è uno di quei romanzi. Un libro dal linguaggio semplice adatto ai ragazzi ma anche agli adulti, in grado di mostrarci una realtà difficile sotto più punti di vista. Il protagonista Auggie è affetto da una deformazione facciale con cui convive dalla nascita, causata dalla sindrome di Treacher Collins.


«Perché devo essere così orribile, mamma?» ho sussurrato. «No, ragazzo mio, tu non…» «Lo so che lo sono». Lei mi ha baciato su tutta la faccia. Mi ha baciato gli occhi troppo bassi. Mi ha baciato le guance che sembravano rientranti. Mi ha baciato la bocca da tartaruga. E mi ha mormorato parole dolci, che sapevo avrebbero dovuto aiutarmi. Peccato che le parole non possano cambiare la mia faccia.


Il suo aspetto e le numerose operazioni chirurgiche hanno costretto Auggie a studiare in casa ma sua madre decide di convincerlo ad andare a scuola. Per Auggie questo luogo si rivela come un mondo del tutto nuovo, incontrerà amici in grado di farlo sentire come tutti gli altri, ma allo stesso tempo conoscerà anche la crudeltà dei ragazzi. Il nostro protagonista però imparerà tanto su se stesso e sugli altri anche grazie ai suoi insegnanti:

«Nessuno ha nominato la cosa più importante di tutte» […] « Chi siamo noi! Noi! Giusto? Che genere di persone siamo? Che genere di persona sei tu? Non è forse questa la cosa più importante di tutte? Non è forse questo il genere di domanda che dovremmo fare a noi stessi tutto il tempo? Che genere di persona sono io? A qualcuno è mai capitato di fare caso alla targa che c’è accanto al portone di questa scuola? Qualcuno ha letto cosa dice? Nessuno?­» Il prof si è guardato intorno, ma nessuno conosceva la risposta. «Dice: “conosci te stesso”» ha svelato, sorridendo e facendo segno di sì con la testa. «E voi siete qui proprio per imparare chi siete».

Quando nasciamo tutti, nessuno escluso, abbiamo la possibilità di “vincere il mondo”. R. J. Palacio ci dimostra con il suo protagonista come e quanto potrebbe essere semplice, bastano due ingredienti fondamentali gentilezza e coraggio. Un libro sicuramente da leggere a qualsiasi età, nonostante la semplicità della scrittura, il messaggio e la nuova prospettiva che ci propone la scrittrice sono di fondamentale importanza per creare una società migliore.

Quando ti viene data la possibilità di scegliere

se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.

-In un'intervista, l'autrice racconta che l'idea di Wonder nasce da una sua esperienza personale: un giorno al parco, insieme ai figli, incontra una bambina affetta dalla Sindrome di Treacher Collins e la sua prima reazione è quella di alzarsi di scatto dalla panchina e allontanarsi, per timore che il figlio minore possa spaventarsi e dire un commento spiacevole. Il profondo turbamento seguito al suo comportamento insensibile l'ha spinta a scrivere il romanzo.- Fonte wikipedia.

Differenze con il film La visione del film è gradevole anche per coloro che hanno letto il libro. La pellicola segue le tracce del romanzo smussando qualche angolo e introducendo nuovi elementi rispetto al libro. Auggie nel libro non ha più il suo casco da astronauta, mentre nel film il primo giorno di scuola cammina fino all’ingresso indossandolo. Il film sicuramente vanta due grandissimi attori indiscussi Julia Roberts e Owen Wilson che saranno rispettivamente la madre e il padre del protagonista, la loro performance impeccabile ci ha fatto emozionare.

PRO:

  • Testo scorrevole adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su

  • Ricco di spunti educativi, ottimo come libro scolastico

CONTRO:

  • La trama potrebbe sembrare banale e melensa

  • Uno stile semplice a volte risulta troppo povero

  • Un finale privo di verve

Pagine: 288

Editore: Giunti Editore

Data di pubblicazione: 8 maggio 2013

È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.


R. J. Palacio è nata nel 1964, ha lavorato per vent'anni in editoria come grafica e art director. Palacio è il suo pseudonimo, ispirato al nome della madre di origini colombiane. Il libro è il suo primo lavoro letterario. Vive a New York con il marito, due figli e due cani.

Visita il blog dell'autrice per avere maggiori informazioni: rjpalacio.com

Frasi sottolineate

Ognuno dovrebbe ricevere una standing ovation almeno una volta nella vita, perché tutti "vinciamo il mondo

Qualunque creatura di Dio vince il mondo

«Nessuno ha nominato la cosa più importante di tutte» […] « Chi siamo noi! Noi! Giusto? Che genere di persone siamo? Che genere di persona sei tu? Non è forse questa la cosa più importante di tutte? Non è forse questo il genere di domanda che dovremmo fare a noi stessi tutto il tempo? Che genere di persona sono io? A qualcuno è mai capitato di fare caso alla targa che c’è accanto al portone di questa scuola? Qualcuno ha letto cosa dice? Nessuno?­» Il prof si è guardato intorno, ma nessuno conosceva la risposta. «Dice: “conosci te stesso”» ha svelato, sorridendo e facendo segno di sì con la testa. «E voi siete qui proprio per imparare chi siete».

Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile. (Dr. Wayne W. Dyer)

Quello che è forte, dei bambini piccoli, è che non dicono le cose con l’intenzione di ferire, anche se poi lo fanno. È che non sanno veramente quello che dicono. I ragazzi grandi no: loro lo sanno, quello che dicono. E questo non è affatto divertente per me.

«Perché devo essere così orribile, mamma?» ho sussurrato. «No, ragazzo mio, tu non…» «Lo so che lo sono». Lei mi ha baciato su tutta la faccia. Mi ha baciato gli occhi troppo bassi. Mi ha baciato le guance che sembravano rientranti. Mi ha baciato la bocca da tartaruga. E mi ha mormorato parole dolci, che sapevo avrebbero dovuto aiutarmi. Peccato che le parole non possano cambiare la mia faccia.

Dovremmo essere ricordati per le cose che facciamo. Le nostre azioni sono la cosa più importante di tutte. Sono più importanti di quello che diciamo o del nostro aspetto esteriore. Ciò che facciamo sopravvive alla nostra natura mortale. Le nostre azioni sono come i monumenti che la gente ha costruito per onorare gli eroi dopo la loro morte. Sono come le piramidi che gli egiziani hanno costruito per onorare la memoria dei faraoni. Solo che, invece che essere fatte di pietra, sono costruite dal ricordo che la gente conserva di noi. Edificate con la memoria, invece che coi sassi.

C’erano due August: quello che vedevo senza vederlo e quello che vedevano tutti gli altri.

Tutti continuiamo a muoverci intorno a lui come se fosse neonato. Cambiamo programma, torniamo al piano B, interrompiamo una conversazione, ci rimangiamo le promesse a seconda dei suoi umori, dei suoi capricci, dei suoi bisogni. Il che poteva andare finché era piccolo. Ma deve crescere, adesso. Ecco che cosa penso: abbiamo speso talmente tanto tempo a cercare di far credere ad August che era normale, che adesso lui pensa davvero di essere normale. E il problema è che non lo è.

«A volte non c’è bisogno di voler ferire qualcuno per fargli del male»

A volte penso che la mia testa sia così grande perché è piena di sogni. John Merrick

È buffo come esista una parola tipo iperprotettivo per descrivere alcuni genitori, ma nessuna parola che voglia dire l’opposto. Che parola si usa per descrivere dei genitori che non ti proteggono abbastanza? Ipoprotettivi? Negligenti?

Sarà anche una lotteria, ma l’universo mette a posto tutto, alla fine.

Vivi l’oggi e cerca il sole! (The polyphonic Spree)

Il modo migliore per misurare quanto siete davvero cresciuti non è in centimetri o contando il numero di traguardi che avete varcato lungo il percorso e nemmeno considerare la media dei vostri voti; anche se tutte queste cose sono importanti, certamente. Ma è da ciò che avete fatto del vostro tempo, dal modo in cui avete trascorso le vostre giornate e dalle persone che avete conosciuto nel corso di quest’anno. È questa, a mio parere, la più grande misura del successo.

Le tue azioni sono i tuoi monumenti (iscrizione su una tomba egizia)

Non avere amici che non siano alla tua altezza. (Confucio)

Audentes fortuna iuvat. La fortuna aiuta gli audaci. (Virgilio)

Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. (John Donne)

E meglio conoscere alcune domande che tutte le risposte. (James Thurber)

Le parole gentili non costano molto. Tuttavia ottengono molto. (Blaise Pascal)

Ciò che è bello è buono, ciò che è buono presto sarà bello. (Saffo)

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